Ottenere il massimo

Una volta Fabrizio De Andrè ha detto:

“Per quanto bene possiamo suonare, è il fonico che ci rende ascoltabili”

In questa frase sono racchiuse due grandi verità strettamente legate fra loro. La prima riguarda il lavoro del fonico, che consiste nel rendere ascoltabile, cioè fruibile dalla maggior parte delle persone, un prodotto musicale. Infatti lui (o lei) è il principale mediatore tra l’elemento artistico (la band ed il suo messaggio), tutto ciò che è tecnica (strumenti, impianto, location, etc.) ed il pubblico.

La seconda considerazione riguarda il suonare bene. In realtà quest’aspetto è più importante, anzi ne costituisce il fondamento, del primo. Infatti, per svolgere correttamente il proprio lavoro, un fonico necessita di una performance musicale adeguata. E’ un grave errore di interpretazione del suo ruolo pensare che possa risolvere, o anche solo mascherare, le carenze dei musicisti.

Ecco quindi quali sono secondo me i fantastici quattro consigli per una band emergente. Se volete ottenere il massimo dalle vostre esperienze dal  vivo ed in studio, e rendere più fruttuoso il rapporto con il fonico, in quest’articolo troverete qualche spunto di riflessione interessante.

1. Studiate i pezzi prima di salire sul palco (o andare a registrare).

Può sembrare una considerazione ovvia, ma l’esperienza insegna il contrario: capita molto spesso che la band consideri il soundcheck una sessione di prove extra per sistemare le ultime cose. Ho sentito i più spregiudicati chiamarlo addirittura la prova col fonico. In realtà, presentarsi sul palco senza conoscere bene i pezzi pretendendo di provare durante il soundcheck, è come andare impreparati ad un esame universitario sicuri di poter studiare durante l’appello. L’esame andrà male e darai la colpa al fonico, pardon, al professore. Invece, durante il soundcheck, è necessario che ogni musicista  suoni con sicurezza e continuità. L’incertezza sullo strumento (voce compresa) comporta una performance falsata in termini di tocco e dinamica: due elementi indispensabili affinché il fonico possa fare bene il suo lavoro.

Preparare adeguatamente un live è una cosa abbastanza semplice. Uno dei primi consigli per una band emergente è studiare le proprie parti a casa, ciascuno con i propri tempi ed il metodo che preferisce. In sala prove si curerà l’amalgama generale, il timing, o qualche variazione che riguarda tutti i membri della band. La buona riuscita di un live (o di una sessione di registrazione) infatti dipende sia dalla bravura dei singoli musicisti, sia da tutta quella trama impalpabile di ritmo e colore che nasce provando tutti insieme.

2. Nel dubbio, abbassate il volume.

Anche questo è un suggerimento dettato dall’esperienza.  Gestire in maniera appropriata volumi esagerati assorbe tempo ed energie che sarebbe meglio dedicare ad altre attività più utili alla buona riuscita dello show. Infatti, specialmente in location piccole, capita spesso di sentire amplificatori valvolari che coprono tutti gli altri strumenti, oppure palchi che nel complesso suonano più del PA. Il risultato è più o meno sempre lo stesso: confusione, stress uditivo del pubblico e degli stessi musicisti, ed una certa frustrazione del fonico che non può fare correttamente il proprio lavoro.

Invece, sia in sala prove, sia su un palco, contenere il volume di ogni strumento nei limiti appropriati alle caratteristiche del luogo, rende la permanenza meno faticosa per le orecchie ed il risultato generale più gradevole. Fra i consigli per una band emergente, questo è uno dei più importanti. Specialmente durante un esibizione dal vivo, l’utilizzo di volumi disordinatamente alti crea un vero e proprio muro comunicativo tra la band ed il pubblico. Inoltre, in sede di prova, suonare a volumi ragionevolmente bassi, mette meglio in evidenza tutte le imperfezioni, insicurezze e punti deboli della performance di ciascuno, che possono essere così corretti nel modo più efficace.

3. Togliere è meglio che aggiungere.

Less is more. E’ un’affermazione piuttosto celebre che si ispira ad un principio: il di più, si ottiene sviluppando il concetto dell’essenzialità, il meno. Questo discorso vale per ogni aspetto del brano sui cui state lavorando.

Ad esempio, se non sono strettamente necessarie, eliminate tutte quelle frasi in più che servono solo ad allungare l’esibizione. Così facendo il brano suonerà più brioso. A nessuno piace sentire troppe volte lo stesso giro, a meno che voi non siate gli Iron Maiden, alla console ci sia Martin Birch, ed il calendario segni il 1982.

Inoltre, provate ridurre al minimo il numero di strumenti che suonano la stessa parte ritmica. Spesso uno solo è sufficiente, specialmente se sono presenti variazioni piccole. In tanti casi sacrificare una traccia rende la vostra  esibizione più intellegibile e mette il fonico nella condizione di lavorare meglio. Infatti non dovrà perdere tempo a correggere gli inevitabili problemi di fase ed equalizzazione su canali che invece possono essere eliminati senza penalizzare il brano.

Infine, evitate di usare effetti alla sorgente. Lasciate che sia il fonico ad aggiungere e regolare delay, riverbero, chorus, etc. in funzione del programma musicale e del posto in cui vi trovate. Comunicategli pure le vostre preferenze, ma accettate il fatto che le vostre impostazioni ottenute in sala prove o peggio, in cuffia, non sono applicabili ovunque. Ad esempio un concerto in piazza, un’esibizione in un pub o soprattutto in una sessione in studio, richiedono parametri anche molto diversi tra loro. Per questo è importante affidare al fonico un suono come se il vostro strumento avesse indossato un pannolino di ultima generazione: dev’essere il più asciutto possibile.

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4. Guardatevi, ascoltatevi, sentitevi

I consigli più utili per una band emergente non riguardano esclusivamente gli aspetti tecnici ed organizzativi del lavoro. Ci sono alcune considerazioni fondamentali che riguardano l’approccio alla musica come lavoro di squadra . Infatti, dai power-trio alle orchestre sinfoniche, tutti i componenti di un’ensemble musicale dovrebbero tessere tra di loro quello che comunemente viene chiamato feel.

Imparate a cercarvi con lo sguardo. E’ il modo più semplice di concordare uno spazio per un assolo fuori programma, di comunicare o recepire l’intenzione di chiudere un finale ad libitum, oppure, nella peggiore delle ipotesi, chiedere o dare aiuto se qualcuno della band si è perso durante un’improvvisazione. Il senso del gruppo è anche questo. Quando siete fisicamente impossibilitati a guardarvi negli occhi, ad esempio in un coro polifonico, potete farlo attraverso lo sguardo del direttore.

Sforzatevi di ascoltarvi l’un l’altro. E’ importante per curare meglio la dinamica ed il groove della parte che state suonando e mantenere sempre una corretta intonazione, sia delle parti vocali, sia delle progressioni armoniche e melodiche degli strumenti. Inoltre può rivelarsi cruciale per cambiare rotta al volo quando qualcuno sbaglia un attacco, una tonalità, o canna completamente canzone. Non vi è mai successo?

Ci sono tanti esempi di musicisti e performer parzialmente o completamente menomati nella vista, nell’udito o in altri aspetti della propria fisicità. L’esperienza di queste persone eccezionali insegna che uno degli strumenti più preziosi è la capacità di sentire gli altri membri del gruppo, non solo con le orecchie, ma con il ben più complesso sistema corpo-cuore-cervello. E’ importante imparare a percepire la presenza fisica e musicale di ciascun componente della band, sviluppando empatia e simpatia.

Suonare bene per essere ascoltabili

Mantenere una corretta comunicazione visiva, uditiva ed emozionale tra i musicisti ha un notevole vantaggio pratico sia per la band, sia per il fonico. Infatti un gruppo con suoni ben bilanciati, strumenti equilibrati, timing preciso, suona meglio. Inoltre queste caratteristiche mettono il fonico nelle condizioni di fare il suo vero lavoro: ottimizzare le dinamiche, regolare le frequenze, dare la giusta enfasi ai vari aspetti sonori dell’esibizione. Così il messaggio musicale arriva prima e risulta più coinvolgente per il pubblico.


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Photo credit:  Aerosmith live at 2017 Hellfest, France © Selbymay – Own work, CC BY-SA 4.0, https://bit.ly/2xC9SY3