Ciak, si gira!
Il fonico di presa diretta è il responsabile delle riprese audio in una produzione cinematografica o televisiva. Il suo habitat naturale è quindi il set, un luogo affascinante nel quale collaborano in stretta sinergia diverse figure professionali. In realtà, difficilmente troveremo in altri contesti dello show-business una tale varietà e concentrazione di operatori specializzati.
Nonostante questo, nei confronti dell’ambiente cinematografico e televisivo, tra i professionisti dell’audio c’è un pregiudizio abbastanza diffuso. Infatti più di qualcuno ritiene che che l’attività del fonico di presa diretta sia in qualche modo facile, e quindi poco stimolante, sia dal punto di vista tecnico, sia creativo.
Forse l’assenza di un impianto di amplificazione o il numero di canali tipicamente inferiore rispetto ad una sessione di mix in studio potrebbe trarre in inganno anche te. Ma se credi che per registrare il sonoro di un film o di una fiction basti piazzare un microfono e premere REC, sappi che si tratta di un pensiero assolutamente infondato.
Cogliere le emozioni
La corretta ripresa audio su un set ha molti punti in comune con le operazioni tipiche sia di uno studio di registrazione, sia di un concerto dal vivo. Innanzitutto occorre scegliere i microfoni e gli accessori più appropriati a seconda delle circostanze. Per registrare all’aperto oppure in studio, in un’area silenziosa o una scena con un certo rumore di fondo bisogna adottare soluzioni tecniche abbastanza diverse. Inoltre è importante, dopo aver impostato correttamente il livello iniziale, tenere il segnale sotto sotto controllo durante tutta la durata delle riprese, ed adeguare i vari parametri ad eventuali variazioni dell’acustica dell’ambiente.
Tutti questi accorgimenti sono indispensabili per la buona riuscita del lavoro. Hanno lo scopo principale di cogliere le emozioni del set attraverso i suoni, e di trasmetterle, in un altro tempo e luogo, allo spettatore.
Tecnica e creatività
Qualcuno ha detto che il compito principale di un fonico di presa diretta sul set è ascoltare con gli occhi e disegnare con i suoni. Infatti mette al vaglio una serie di opzioni di carattere prettamente tecnico, che però hanno delle implicazioni decisamente creative. Opera scelte ragionate sul posizionamento del microfono, sulla direzione da prediligere per il puntamento, sui movimenti più opportuni da fare .
L’obbiettivo è catturare il suono che interessa, comprendendone l’essenza e la sua relazione con l’ambiente. Che si tratti di una voce umana, del fruscio di un bosco, o di un rumore meccanico, è importante conoscerne ogni sfumatura utile ai fini della messa in scena.
Per questo, una delle prime operazioni che il fonico effettua, è l’analisi del campo sonoro e di tutti i suoni che vi abitano. Occorre che valuti con attenzione quali di essi lo caratterizzano e quali lo snaturano, in rapporto alle esigenze del regista.
La regola del cinque
L’esperienza mi ha insegnato che si possono ottenere ottimi risultati analizzando cinque parametri principali:
- natura/fonte: comprendere in profondità la natura del suono che si vuole riprendere e la fonte dal quale esso ha origine;
- tessitura/suono distinto: stabilire se è opportuno effettuare la ripresa di un contesto più ampio, oppure acquisire i suoni con un certo grado di specificità;
- composizione sonora: esaminare il suono da riprendere e trasportarlo concettualmente nello spettro acustico di appartenenza per ottimizzarne le tecniche di ripresa;
- casualità/periodicità: evidenziare la casualità o la periodicità con la quale le singole componenti sonore dell’elemento (o degli elementi) si ripetono all’interno di un determinato arco temporale;
- suono diretto/ambiente: valutare il rapporto tra suono diretto ed ambiente più appropriato per le esigenze di ripresa, ed utile ai fini della messa in scena.
La comprensione di questi passaggi aiuta ad operare le scelte tecniche, teoriche e poetiche più efficaci. Infatti, a partire dalla scoperta delle fonti che generano ogni singolo suono è importante determinare il modo migliore per catturarlo: il tipo di microfono, il posizionamento, il livello del suono. Inoltre, nei casi in cui i tempi non sono dettati dal copione o dal regista, come per la registrazione di fondi od effetti, occorre stabilire anche la durata più appropriata per ogni singola take. Naturalmente, il fonico di presa diretta è chiamato a compiere scelte similari anche in occasione delle riprese più canoniche: come ad esempio in merito al rapporto tra la voce degli attori e l’ambiente circostante.
Lavorare in trasparenza
Tutta la squadra dei tecnici del suono sul set esegue ciascuna operazione di ripresa lavorando in maniera assolutamente trasparente. Cioè evita ogni possibile contaminazione del suono e della scena a causa degli strumenti utilizzati, delle tecnologie impiegate e del metodo di lavoro adottato.
Questo significa innanzitutto riprendere l’audio nella maniera più fedele possibile. Inoltre occorre fare attenzione a che il microfono e la sua eventuale ombra rimangano al di fuori del campo di ripresa video. Infine è importante adottare un atteggiamento che non influisca sulla concentrazione e tranquillità degli attori. Ognuno di questi aspetti è di importanza cruciale perché può determinare la sublimazione dell’opera, o compromettere la riuscita di un ottimo lavoro.
Photo credit: http://www.neilmonaghanfilm.com
Salve Marco. Avrei una domanda: è meglio prendere l’audio e buttarlo direttamente in camera o prenderlo separatamente, in un registratore? Se è meglio quest’ultima, per video semi professionali che registratore consigli? Grazie
Ciao Pietro!
Sicuramente e’ meglio acquisire l’audio in maniera separata, a patto di avere un’edizione curata. Inoltre, anche se registri separatamente, una traccia guida in camera la terrei sempre.
Come registratore ‘prosumer’ potrei consigliare lo Zoom H6, non mi ha mai lasciato a piedi!